Se la bionda cantante veneziana non avesse deciso di tornare alla sua casa discografica degli esordi, probabilmente questo brano sarebbe stato inciso da qualche altra sua collega o forse nemmeno sarebbe stato mai realizzato. Infatti la RCA, per riappropriarsi della propria artista dispiegò mezzi mai visti prima per realizzazione e promozione di singolo ed LP omonimo. La Strambelli vendette così oltre un milione copie e, soprattutto, tornò in auge con una nuova veste più al passo coi tempi e con un'identità più impegnata ed intimista, che seppe farsi da portavoce anche per l'emancipazione femminile in atto proprio in quel periodo nel nostro paese. Come si può, dovendo commentare un capolavoro assoluto della musica popolare, non sentirsi imbarazzati e indegni.Ma proprio perché i capolavori sono creati dai loro artisti per essere lasciati ai posteri, diremo che quest'opera della premiata ditta Mogol-Battisti è un esempio di perfezione come se ne riscontrano pochi nella storia della musica italiana. Questo brano è praticamente un meraviglioso caleidoscopio di suoni, generi, voci, emozioni. L'attacco con l'assolo di chitarra, dai sapori decisamente coumtry, lascia il posto subito a sonorità più attinenti al pop nostrano, per poi toccare addirittura note riconducibili alla musica classica, ma anche prese di posizione rock che stupiscono, in un registro decisamente piu armonico. Ma soprattutto la magnifica alchimia tra il testo generazionale ed intimista allo stesso tempo che come non mai, segue questo evolversi in crescendo della musica per sfociare insieme in un'unica esplosione liberatoria di suoni e liriche. Questo pezzo e l'album omonimo che lo conteneva, confermarono alle masse che il cantatutore riccio di Poggio Bustone (RI) era davvero quel Genio che non solo scriveva la musica, ma la inventava. Esistono anche la versione spagnola, tedesca e francese di questa perla che in Italia rimase prima in classifica per ben 8 settimane.. Pochi ricordano che dietro l'uscita di questo fortunatissimo 45 giri del cantautore romano, si nascose un caso di vera censura. Nel settembre '72 infatti, era stato pubblicato l'originale con il testo che conosciamo storicamente. Dopo poche settimane venne ritirato dal commercio e rilanciato con nuova copertina e diversa facciata B. Ma soprattutto con il testo di due versi cambiato: "la paura e la voglia di essere nudi" diventa "la paura e la voglia di essere soli", mentre "mani sempre più ansiose di cose proibite" è modificato in "mani sempre più ansiose, le scarpe bagnate". Ovviamente il primo singolo è diventato merce rarissima per i collezionisti, anche perché il brano del retro, CARO PADRONE, non è mai stato ripubblicato. Questo vero capolavoro della nostra musica pop, oltre a far vincere per la seconda volta consecutiva il Festivalbar all'interprete calabrese, nasconde un gruppo di vere star che contribuirono a vario titolo alla sua realizzazione. Intanto il testo è di Franco Califano e la musica di Dario Baldan Bembo, cosa piuttosto nota. Meno conosciuta, invece, è la composizione del coro d'accompagnamento che annoverava Bruno Lauzi, Maurizio Fabrizio, i fratelli La Bionda, la sorella Loredana Bertè e, incredibile ma vero, il fidanzato dell'epoca di quest'ultima, il tennista Adriano Panatta. Riccardo Fogli aveva appena abbandonato il gruppo ed al suo posto aveva apoena fatto il suo ingresso un agguerrito Red Canzian. Questo pezzo della band aveva la caratteristica di avere un'introduzione davvero pomposa, d'altronde dovuta all'affiancamento dell'orchestra di Gianfranco Monaldi. Faceva parte dell'album PARSIFAL, campione d'incassi e il suo testo sembrava voler dire la sua, in merito al divorzio, di cui all'epoca si stava ancora solo discutendo in Parlamento. Il percorso del gruppo di Livio Macchia e soci, proseguiva davvero a gonfie vele. Quest'anno avevano gia preso parte al Festival con COME SEI BELLA piazzatasi soltanto undicesima, ma in compenso si rifecero vincendo il Disco Per L'Estate con questa bellissima canzone che rimase in vetta alla classifiche per molte settimane e pubblicarono la raccolta di successi I MAGNIFICI CAMALEONTI. Brano, questo dell'immensa artista, tra i più popolari di tutta la sua carriera e apice di un momento particolarmente felice per lei. Personalmente aveva appena sposato l'imprenditore russo-statunitense Seva Borzak e in tv le venne affidato il programma totalmente a lei dedicato DOVE STA ZAZÀ, di cui questa canzone era la sigla finale. Pochi mesi dopo avrà anche il suo unico figlio Seva Jr. diventato poi Arcidiacono della Chiesa Ortodossa Russa. Questa intensa interpretazione di Giuseppa Marcella Bella da Catania, era stata già lanciata come sigla del popolare programma radiofonico GRAN VARIETÀ, ma raccolse i suoi frutti soprattutto d'estate quando partecipò al Festivalbar. Ci fu pure un piccolo giallo legato alla sua vittoria alla manifestazione. In effetti a trionfare ufficialmente fu Mia Martini, ma il piccolossimo scarto di voti tra le due, fece decretare alla fine l'ex-aequo tra le due. Lei era esplosa solo l'anno prima a Sanremo con MONTAGNE VERDI. Lo showman tornava sul luogo del delitto a Canzonissima, dopo aver sbaragliato la concorrenza nel 1970 con VENT'ANNI. E ci andò convinto di riportare a casa la vittoria, cosa che avvenne regolarmente anche in questa edizione, battendo Gianni Morandi. Bisogna ammettere che la canzone era di una bellezza inaudita e l'interpretazione data dal cantante napoletano, davvero superlativa. Nonostante ciò, dopo questa clamorosa affermazione, stenterà non poco a salire alto in classifica per diversi anni, in cui si dedicherà con grande seguito, più al teatro. Meraviglioso componimento del gruppo fomdato dai fratelli napoletani Paolo e Bruno Morelli e che prendeva il nome dal romanzo omonimo di Giuseppe Marotta. Erano già balzati agli onori delle cronache discografiche nel 1968 con il singolo L'AQUILONE, ma sicuramente tutto il decennio dei '70 aveva regalato loro le più grandi soddisfazioni. Dal canto loro, bisogna ammettere che hanno ricambiato scrivendo canzoni bellissime con testi molto vicini alla poesia di qualità ed arrangiamenti complessi ed armonici, di rara intensità.
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Giugno 2015
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